Il lampredotto è un tipico piatto della cucina fiorentina.
Questa pietanza è composta dall’abomaso, uno dei quattro stomaci dei bovini.
è un piatto povero che ha origini antiche: ha origine medievale e il suo nome deriva dal nome di un tipo di anguilla. Questa anguilla, chiamata lampreda, viveva nel fiume Arno e ha dato il nome a questo piatto poiché assomiglia sia per forma che per colore allo stomaco di bovino.
Nel Quattrocento a Firenze si diffusero i trippai o lampredottai, ovvero gli artigiani specializzati nella lavorazione e preparazione della trippa. Nelle strade della città iniziarono ad apparire carretti, baracchini e chioschi su ruote che vendevano ai passanti il lampredotto, praticamente iniziarono a comparire le prime forme di street food!
Questa trippa non è andata perduta: oggi nelle strade di Firenze si trovano ancora questi Lampredottai pronti a servire un panino ripieno di lampredotto e salse.
Non bisogna lasciarsi spaventare dalla consistenza: la sua morbidezza è necessaria affinché si senta il contrasto con il semelle, pane toscano dalla forma simile ad una rosetta.
Ricetta del Lampredotto 
Difficilmente si trova l’abomaso, ma con l’aiuto del proprio macellaio (o con una vacanzina fiorentina) è possibile reperirlo.
Una volta acquistato si deve pulire accuratamente e sciacquarlo. Dopo averlo fatto bollire per molto tempo (da 1 fino a 3 ore), la trippa risulterà morbida.
Successivamente si condisce il tutto con olio, sale e pepe.
La tradizione del Cibo di Strada vuole il lampredotto dentro al panino cosparso con salsa verde a base di prezzemolo.
Se invece si vuole un piatto da tavola ci sono varie opzioni. Una tra queste è mangiarlo come se fosse un bollito, abbinandolo ai sottaceti, oppure cotto in umido con le bietole. Altrimenti lo si può mangiare come prevede la ricetta classica della trippa: in umido con pomodoro, servito con una spolverata di parmigiano grattugiato sopra.