18 Maggio 2020: i bar, i ristoranti, le pasticcerie e le pizzerie hanno ripreso.
Il settore dello Street food invece è stato dimenticato.
Quello fatto di operatori che da marzo a ottobre ci ha deliziano con specialità italiane e non solo.
Il cibo di strada è una tradizione antichissima (ne avevamo parlato qui), sarà la fine di un’era?
I dati dello street food in Italia
Dall’associazione Streetfood Italia viene lanciata una richiesta di “ascolto” diretta al Presidente del Consiglio Conte. In Italia sono 25.000 gli operatori del settore che ogni anno cucinano su e giù per il Bel Paese (e non solo). Alcuni di loro si sono arrangiati facendo consegne a domicilio con il proprio truck, ma le perdite si aggirano attorno al miliardo di euro. I cuochi di strada sono più penalizzati rispetto ai ristoratori locali, poiché con le restrizioni ancora attuali, gli eventi pubblici sono sospesi. I truck generano il loro profitto proprio in occasioni dove l’assembramento sembra inevitabile.
Bisogna guardare anche il quadro d’insieme: incentivare queste attività non vuol dire aiutare solamente questo settore. Pensiamo agli ingredienti utilizzati nel cibo di strada: molti di questi vengono acquistati nei negozi artigianali per proporre piatti sempre più prelibati; oppure pensiamo agli alberghi, che durante gli eventi di street food accolgono i ristoratori ambulanti, e anche tutte quelle attività che ruotano ad eventi pubblici.
La realtà è che per l’emergenza attuale questi eventi giustamente non si possono ancora organizzare, ma un modo per supportare questo settore sicuramente ci sarà.
La proposta dal Festival Internazionale dello Street Food
Per la Fase2 del cibo di strada, Alfredo Orofino nonché organizzatore del grande Festival Internazionale dello Street Food, ha proposto un modo adeguato per tornare a lavorare in sicurezza e rispettando le normative. Si tratta del progetto “International Street Food Take Away” ovvero la creazione di un mercato temporaneo di 10 giorni in un’area abbastanza ampia da poter contenere dai 7 ai 10 food truck distanziati 3 metri l’uno dall’altro e con specialità differenti. I cuochi potranno effettuare sia servizio d’asporto che consegna a domicilio, inoltre i ritiri sul luogo potranno essere organizzati tramite la prenotazione via app. In questo modo si rispetterebbero le distanza e si potrebbe proporre un’offerta ricca per un buon lasso di tempo.
Ovviamente vengono rese obbligatorie le mascherine, i guanti e i gel sanificanti per mani distribuiti in tutta la zona.
Questa è una delle migliori proposte giunte al Governo in questi mesi, ma purtroppo è rimasta ancora inascoltata.
Cosa ne sarà del mondo dello street food?
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Dati: Sole24Ore, Streetfood Italia, Today